Civita Castellana
Civita Castellana (VT) è un comune con oltre sedicimila abitanti e dista dal capoluogo circa 60 km. E' situata su uno sperone tufaceo, tra le gole di due affluenti del Treia, ai piedi dei monti Cimini, lungo la via Flaminia, nella Regione della Tuscia.
La storia di Civita Castellana inizia con quella dei falisci, una popolazione che si collocava tra la civiltà degli etruschi e quella dei romani. Le prime tracce di questa civiltà provengono dagli scavi dell'antica Falerii Veteres, che aveva rapporti commerciali con tutto il bacino del Mediterraneo. La maggior parte dei ritrovamenti di grande valore si trovano nel Museo nazionale dell'Agro Falisco che raccoglie anche i reperti rinvenuti nell'area falisca. Sconfitti, i falisci furono cacciati dal sito fortificato di Falerii Veteres e costretti a fondare un'altra città su di una piana distante cinque km. La nuova città si chiamò Falerii Novi. Dieci secoli dopo, i falisci iniziarono a tornare nella città abbandonata, in seguito alle guerre gotiche ed alle invasioni longobarde, dando vita a uno sviluppo urbanistico che ancora oggi conserva il suo tessuto medioevale.
Falerii Veteres divenne Civita Castellana. Nel corso dei secoli successivi Civita diviene il luogo dove i Papi (Clemente III, Adriano IV) trovano rifugio in situazioni di estremo pericolo. Durante il periodo del Rinascimento ci furono lotte tra due famiglie: i Di Vico e i Savelli fino a quando, nel 1426, la Santa Sede non riaffermò la propria giurisdizione. Da quel momento la città seguì le sorti dello Stato della Chiesa e molti furono i papi che nel corso degli anni la visitarono e vi soggiornarono. È sotto il pontificato di Alessandro VI Borgia che iniziarono i lavori nel forte Sangallo nel 1494.
L'evento più importante del XVI secolo invece, fu l'attacco che i Lanzichenecchi sferrarono a Civita Castellana nel 1527. Fu in tale occasione che l'archivio cittadino venne bruciato. Nei secoli XVII e XVIII si realizzarono alcune opere pubbliche: ponte Felice, la variante della via Flaminia, il ponte Clementino ed il collegamento tra la Cassia e la Flaminia.
Alla fine del 1700 i francesi si riappropriarono della città e la controllarono fino al 1815. Nel 1860 i garibaldini diretti a Mentana, si fermarono a Civita. Il 12 Settembre del 1870 vi sostò lo stesso Vittorio Emanuele II, diretto verso Roma con il suo esercito, che liberò la città, annettendola a quello che poi sarebbe divenuto il Regno d'Italia.
È nel secolo XIX che a Civita Castellana inizia una svolta economica ad opera di Giuseppe Trevisan, un "imprenditore" veneto che vi impianta le prime fabbriche di ceramica. Quella della ceramica è una vocazione antica, dovuta anche alla facile reperibilità dell'argilla presente nel luogo. Col passare degli anni, accanto al settore artistico si sviluppa anche quello industriale, che avrà il suo massimo sviluppo nel secondo dopoguerra. I settori di produzione sono i sanitari; seguono le stoviglierie. Nasce il distretto industriale che comprende anche i Comuni limitrofi.
I luoghi da visitare sono sicuramente:
Il Duomo, costruito dai Cosmati con facciata del XII secolo e portico a grande arco centrale del 1210 (arricchito da mosaici policromi dei marmorari romani Cosmati) e con una grande cripta dei secoli VII e VIII.
La rocca pentagonale, della fine del XV secolo, ultimata da Antonio da Sangallo il Vecchio con l'aggiunta del mastio ottagonale. Questo ospita il Museo nazionale dell'Agro Falisco, con alcuni reperti del IV-III secolo a.C.
Inoltre, il Museo della Ceramica, la chiesa S. Maria del Carmine, Palazzo Onorati, la Chiesa di San Francesco, Palazzo Montalto, Palazzo Petroni Trocchi, la Porta di Giove, L'Abbazia di S. Maria in Faleri, la Chiesa di San Gregorio ed infine, la necropoli della via Amerina.
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