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Nepi

NepiNepi sorge ai piedi dei monti Cimini e Sabatini, su un promontorio tufaceo protetto naturalmente da due profondi canaloni scavati dal Rio Puzzolo e dal Rio Falisco, affluenti del Treia. Nepe, Nepet, Nepete secondo i vari cronisti, è probabile che derivi dal serpente Nepa, adorato dagli antichi abitanti come divinità protettrice della fertilità. Un serpente si ravvisa nello stemma di Nepi e tale simbolo compare anche in altri particolari decorativi della città. Nepi fu fondata da Termo Larte 548 anni prima di Roma e fece parte della Pentapoli Etrusca. Nel 371 dopo la nascita di Roma fu conquistata da Furio Camillo che vi fondò una colonia. I Romani vi innalzarono ville e templi; vi costruirono l'Anfiteatro detto di Augusto e le Terme dei Gracchi. Nel 568 d. C. fu distrutta dai Longobardi di Alboino e abbandonata. Risorse solo nel tardo medio evo appartenendo successivamente a Matilde di Canossa, ai Vico, ai Colonna, agli Orsini, agli Anguillara. Dal 1428 Nepi diventa proprietà dello Stato Pontificio e vi si alternano governatori come Ascanio Sforza, Lucrezia Borgia e Cesare Borgia. Dopo la morte di Alessandro VI (Rodrigo Borgia), Leone X investì, nel 1521, col titolo di Governatore Perpetuo Bernardo Accolti da Arezzo soprannominato “l’Unico” che fu soprattutto un dittatore. Dopo aver sconfitto l’invasore Carlo V, l’Unico fu poi cacciato dalla Popolazione Nepesina. Con l’elezione di Paolo III Farnese Nepi diviene feudo di Luigi Farnese. Dal 1545 Nepi torna ad essere proprietà della Chiesa e vi rimarrà fino al 1870.

In questo comune si possono visitare:

Il castello: edificato su strutture che risalgono, nella fase più antica, all'età romana, venne ampliato dal cardinale Rodrigo Borgia fra il 1479 ed il 1483. Nel 1499 Rodrigo, divenuto papa, lo donò alla figlia Lucrezia. L'aspetto attuale del Castello è dovuto ai Farnese che, intorno alla metà del `500 fecero erigere, a difesa del lato ovest della cittadina, la cinta fortificata.

Il palazzo Comunale: La sua costruzione venne iniziata nel 1542 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. La fontana al centro del portico, realizzata dall'architetto Filippo Barigioni, fu inserita nel 1727 a seguito della costruzione dell'acquedotto comunale. Ulteriori modifiche interessarono, poi, l'edificio che fu terminato, assumendo l'aspetto attuale, intorno alla metà del '700.

L’acquedotto: Nel 1559 iniziarono i lavori per la costruzione dell'Acquedotto Civico. Le tubature in coccio convogliavano l'acqua delle sorgenti, situate in località Varano, sino all'altura prospiciente le mura della citta. Fu convocato nel 1563 l'architetto Giacomo Barozzi detto Il Vignola per studiare, senza risultato, il sistema di far arrivare l'acqua all'interno del paese. Solo nel 1702 I'architetto Filippo Barigoni, mandato dal Cardinale Giuseppe Renato Imperiali, progetto le grandi arcate visibili ancora oggi. L'acquedotto fu completato nel 1727.

La Sala Nobile: unica sala rimasta affrescata all'interno del Palazzo Comunale.

La Necropoli di Località Tre Ponti: è la necropoli meridionale della città romana di Faleri Novi. Si sviluppa lungo una tagliata, percorsa dall'antica Via Amerina, nella quale è possibile osservare numerose tombe scavate nel tufo, insieme a resti di monumenti sepolcrali. La maggior parte delle tombe è databile fra il I secolo a. C. ed il II secolo d. C.

Il Duomo di Nepi: Probabilmente sorge sul luogo dell'antica cattedrale che la tradizione vuole esistente già nel V secolo. La struttura dell'edificio non può, però, essere fatta risalire a prima del XII secolo. Ha subito vari rifacimenti nel corso del tempo, da ultimo la ricostruzione della copertura a seguito dell'incendio provocato dalle truppe francesi nel 1798. Della fase più antica è visibile la cripta.

La Chiesa di San Biagio: La sua esistenza è documentata per la prima volta nella metà del X secolo. L'abside reca pitture di epoca diversa, le più antiche delle quali risalenti al XII secolo. Sul lato sinistro del presbiterio un ciborio dedicato a S. Biagio ed affrescato con pitture della fine del XV secolo. La cripta è decorata con affreschi del XIII e XIV secolo.

La Chiesa di San Vito: La piccola chiesa di San Vito è ricordata in un documento del 1467. La struttura è, però, sicuramente più antica come dimostrano resti di affreschi databili al XIV secolo.

La Chiesa di San Rocco: La chiesa di San Rocco è molto probabilmente da identificare con la cappella fatta costruire in onore di San Rocco a seguito di una epidemia di peste scoppiata a Nepi nel 1467. All'interno un affresco raffigurante la vita del santo.

La Catacomba di S. Savinilla: Monumento che secondo la tradizione avrebbe accolto le spoglie dei santi Tolomeo e Romano martirizzati sotto l'imperatore Claudio il Gotico e fatti seppellire dalla matrona Romana Savinilla. Caratterizzato da un alto numero di sepolture, circa mille, rimase in uso come cimitero dall'inizio del IV alla fine del V secolo.

Il Museo Civico di Nepi, sito all’interno del Palazzo Comunale, edificio rinascimentale realizzato su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane.

Per quanto concerne la conformazione del territorio della Città di Nepi, questo si  estende per circa 8.500 ettari per la maggior parte di natura pianeggiante, utilizzati per  l'agricoltura o per i pascoli. La parte di territorio invece, che é totalmente diversa e di sicuro interesse ambientale é quella  comprendente "Le Forre" che delimitano in parte anche i confini difensivi naturali del centro storico del paese. La loro conformazione é  frutto della secolare erosione fluviale. Le "Forre" e i suoi rispettivi  fiumi rappresentano un ambiente a  sé stante e mettono in evidenza  l'aspetto più tipico e selvaggio del cosiddetto paesaggio Etrusco.

Il fondo di queste vallate ancora oggi  è occupato da una folta  vegetazione, che riesce nonostante  tutto a mantenere intatto il suo habitat naturale. Le gole sono alte centinaia di metri.  Le Forre hanno avuto un'importanza  fondamentale per tutta l'Etruria  Meridionale e ne hanno condizionato la cultura. Le loro  ramificazioni e interconnessioni  costituiscono una specie di rete  viaria urbana, un mondo sotterraneo  che differisce nettamente dalla  superficie esposta. Altra componente ambientale sono le cascate. Storicamente la funzione primaria  delle forre fu quella di matrice di  luoghi e di villaggi con la crescita  della città, questa beneficiò di un sito  ben protetto in uno spazio identificato e delimitato dalle  ramificazioni dei due fossi (Rio Pozzolo e Rio del Ponte). E' la cosiddetta "posizione etrusca",  inaccessibile sui due lati più lunghi e  facilmente rinserrabile entro brevi  mura sul lato più corto. Il Paesaggio delle Forre é riscontrabile solo  nella zona dell’ Etruria Meridionale.

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