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Rignano Flaminio

Rignano_FlaminioRignano Flaminio e' un centro di circa 7.000 abitanti e rappresenta una realtà mista tra il Comune di antiche tradizioni e la periferia extraurbana che si estende dalla Capitale per tutto il percorso della via Flaminia. Insieme al ceppo originario dei nativi del Comune si è assistito negli ultimi anni ad un continuo afflusso di nuove presenze che per vari motivi scelgono di lasciare la città per una dimensione di vita più a misura d’uomo. Tuttavia il Comune negli ultimi anni ha mostrato di crescere aumentando il potenziale di offerte commerciali per far fronte ad una popolazione in continua crescita, ne sono dimostrazione le aperture di nuovi centri commerciali e l'ampliamento di supermercati e discounts già esistenti. E' da sottolineare che la maggior parte dei cittadini-lavoratori sono pendolari verso la città di Roma. Le attività in loco che offrono possibilità lavorative oltre a quelle commerciali ed in piccola parte agricole sono rappresentate da industrie di manufatti in cemento che esportano in tutto il mondo.

Rignano Flaminio ha una storia antica, inizialmente legata a degli insediamenti abitativi agricoli, già rilevabili dal 400-300 a.C., sparsi nel territorio dominato dai Capenati e dai Falisci.

Si può ricondurre al 500 d.C. la chiesa dei SS Abbondio e Abbondanzio, costruita nel possedimento della matrona romana Teodora, in onore degli omonimi martiri, ivi seppelliti. La chiesa divenne un popolare centro di venerazione e di culto. Nel 999 le reliquie furono traslate, da Ottone III, a Roma , insieme a quelle di Teodora, divenuta santa, nella chiesa di S. Adalberto sull'isola Tiberina.

A Rignano, nel 972 aveva sostato l'imperatore Ottone I, dopo l'incoronazione a Roma, mentre nel 1159, vi morì Adriano IV, durante un viaggio verso Civita Castellana dove voleva rifugiarsi fuggendo da una sommossa ordita da alcuni consoli di proprietà della chiesa di S. Maria in Trastevere, fu dato in enfiteusi, nell'anno 1116, ad un avo di papa Savelli , Onorio III, divenendo successivamente proprietà della famiglia stessa, alla quale fu tolta da papa Alessandro VI, Borgia, nel 1501. Ai Savelli tornò dopo la caduta dei Borgia, sino al 1607, quando fu venduta ai Borghese e fu eretto a ducato. Dalla famiglia Borghese passò poi a quella dei Muti, per una permuta fatta nel 1633. Nel 1701 andò come dote di nozze alla famiglia Cesi e nel 1799, ereditariamente, alla Famiglia Massimo.

Le chiese, le case che ancora formano il quartiere antico dei "Vicoli", la bombarda, ancora integra, posta accanto alla antica rocca dei Borgia, il sarcofago e la porzione dell'antica via Flaminia, visibile per un lungo tratto, parallelamente alla odierna consolare, sono le testimonianze ancora visibili di questa storia.

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